PRINCIPIO ZERO
PRIMO PRINCIPIO
Il primo
principio della termodinamica sancisce
l’equivalenza concettuale tra calore e lavoro meccanico. Inoltre, stabilisce
l’esistenza di una forma di energia “interna” al sistema, che non ha
manifestazioni macroscopiche come le energie coinvolte nella meccanica (energia
cinetica e potenziale), ma in seguito a variazioni della quale noi
macroscopicamente registriamo variazioni di temperatura. Esso infatti asserisce
che, sebbene
il calore Q e il
lavoro L scambiati
in una trasformazione termodinamica possano dipendere singolarmente dalla
trasformazione stessa, la loro differenza non dipende da quest’ultima, ed è quindi possibile definire
una nuova funzione di stato (dipendente cioè solo dallo stato del
sistema, non dalla trasformazione cui è soggetto), che chiamiamo energia
interna U; in formule, ΔU = Q
– L
SECONDO PRINCIPIO
Il secondo ed
il terzo
principio della termodinamica stabiliscono delle classi di trasformazioni
termodinamiche che è lecito o non lecito eseguire. Il secondo principio
della termodinamica possiede due famosi enunciati, uno dovuto ai due
scienziati Lord Kelvin e Max Planck, e l’altro ad opera di Rudolf Clausius. Le
due formulazioni sono, rispettivamente:
“È
impossibile realizzare un ciclo termodinamico il cui unico risultato sia quello
di trasformare completamente in lavoro tutto il calore assorbito da una
sorgente di calore” (Kelvin - Planck)
“È
impossibile realizzare un ciclo termodinamico il cui unico risultato sia quello
di trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo senza l’apporto di
lavoro esterno” (Clausius)
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